Avere trentaquattro anni e mille cicatrici, nel corpo e nell'anima. Avere trentaquattro anni e un buco nella memoria: tre anni cancellati, dai venticinque ai ventotto, perduti in un buco nero da cui emergono all'improvviso dolorosissimi flash. Avere trentaquattro anni e la paura di non farcela a superare ogni nuovo giorno. Avere trentaquattro anni e un passato da alcolizzata. In questo libro Violetta Bellocchio racconta la sua storia di "binge drinker", consumatrice bulimica di alcolici. Una storia fatta di angoscia, di incontri fugaci e sbagliati, umiliazioni autoinflitte, sesso senza piacere, ricoveri in ospedale, bruciature, della diffidenza crescente del mondo, del terrore di chiudere gli occhi per l'ultima volta. Ma, insieme, una storia fatta di sete e fame che rendono vivi chi le sperimenta, che ardono dentro come una insestinguibile fiamma. Una fiamma che richiede devozione assoluta e affascina come una sirena: io ti farò stare bene, io ti esalterò, io ti prenderò e ti porterò via... Poi, si tocca il fondo. Quando si è a un passo dal baratro inizia la vera risalita: la disintossicazione, con tutto lo smarrimento che genera e la tenacia che chiede. E quando tutti ti dicono che ce l'hai fatta, tu vivi nel terrore che basti un passo falso per scivolare nuovamente indietro, in quell'abisso che forse abita dentro di te. Partendo, come nella sua psicoterapia, da parole-chiave intorno a cui far vorticare la memoria e l'oblio, Violetta Bellocchio scrive pagine intensamente poetiche.
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