SOPRA AL SANGUE DI MIO PADRE E' POSSIBILE COSTRUIRE QUALCOSA DI POSITIVO. E' QUESTA LA CONVINZIONE DI SONIA FIGLIA DI BEPPE ALFANO IL GIORNALISTA SCOMODO UCCISO DALLA MAFIA A BARCELLONA POZZO DI GOTTO L'8 GENNAIO 1993. ELIMINATO PERCHE' AVEVA LE PROVE DELLE ATTIVITA' CRIMINALI DI UNA PROVINCIA SICILIANA QUELLA MESSINESE DA SEMPRE CONSIDERATA QUELLA IN CUI LA MAFIA NON ESISTE: TRE GIORNI PRIMA DI MORIRE ALFANO AVEVA INVECE CONSEGNATO ALLE AUTORITA' UNA LUNGA E DOCUMENTATA DESCRIZIONE DELLE SUE SCOPERTE TRA CUI IL PROBABILE RIFUGIO DEL BOSS LATITANTE NITTO SANTAPAOLA A POCHI PASSI DA CASA SUA. MA QUELLA BUSTA E' SPARITA PER SEMPRE ASSIEME AL COMPUTER AI RACCOGLITORI E AI TACCUINI CON IL LAVORO DI ANNI SEQUESTRATI LA NOTTE STESSA DELL'OMICIDIO E MAI PIU' RESTITUITI. OGGI SONIA CHE HA AFFIANCATO IL PADRE NELLE INCHIESTE E VISSUTO ACCANTO A LUI IL CRESCENDO DI MINACCE SEMPRE PIU' ESPLICITE FINO AL TRAGICO EPILOGO RICOSTRUISCE QUEI GIORNI E GLI ANNI CHE SEGUIRONO: L'OSTRACISMO DEI CONCITTADINI LE DIFFICOLTA' FINANZIARIE L'ANGOSCIA DI QUATTRO PROCESSI CELEBRATI SENZA GIUNGERE A UNA VERITA' DEFINITIVA. NONOSTANTE MOLTI LE ABBIANO CONSIGLIATO AMICHEVOLMENTE DI DIMENTICARE SONIA SI E' IMPEGNATA CON DETERMINAZIONE NELLA LOTTA ALLA MALAVITA ORGANIZZATA ED ELETTA NEL 2009 AL PARLAMENTO EUROPEO CONTINUA ANCHE DA LI' LA SUA BATTAGLIA PER DENUNCIARE UNA PIAGA CHE NON E' PIU' SOLTANTO ITALIANA.
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