Da quasi duemila anni, Atene rappresenta molto più di una città nell’immaginario degli occidentali. Il periodo che va dalle riforme politiche di Clistene del 508 alla morte di Socrate nel 399 a.C. è diventato un modello universale, insieme politico e culturale. Politico perché si ritiene che ad Atene sia stata inventata la democrazia, cioè il regime istituzionale e di governo oggi più diffuso nel mondo. Culturale perché si ritiene che ad Atene siano nate la filosofia, la storia, il teatro, la letteratura, l’arte e l’architettura che ancora oggi consideriamo ‘classici’, quindi riferimenti obbligati (e insuperati) per chiunque voglia cimentarsi in quei campi del pensiero e della creazione umana. Il mondo di Atene riporta la città alla sua storia, rimuovendo il velo della sua immagine idealizzata e restituendocela così come emerge dalla ricchezza delle fonti, prime tra tutte quelle degli scrittori contemporanei. Un’Atene molto diversa dallo stereotipo che abbiamo spesso conservato nei ricordi scolastici e che ha intessuto la retorica dei discorsi pubblici. Luciano Canfora ‘smonta’ la macchina retorica a partire dagli stessi testi classici, dimostrando che i critici più radicali della democrazia ateniese furono gli stessi intellettuali ateniesi. Eventi centrali dell’intera narrazione sono la parabola dell’impero marittimo ateniese sconfitto da Sparta, la lacerazione che essa determinò nel mondo greco fino a coinvolgere pesantemente il grande e incombente impero persiano; la rinascita dell’impero nella medesima area geo-politica, la sua crisi e l’esito inedito, rappresentato dal trionfo dell’ideale monarchico realizzato nell’egemonia macedone